Il museo delle contraddizioni

Neri Pozza

 9,99

«Un’opera a più voci, che resuscita i cori della tragedia greca per denunciare le tenebre di oggi». Télérama
«Ecco perché siamo qui, perché siamo entrati. C’era la luce e volevamo parlare»

È questo il desiderio che accomuna i personaggi del romanzo: giovani senza più speranze o ideali, anziani che invecchiano nelle case di riposo sognando la fuga, madri che non vorrebbero più essere tali, agricoltori rovinati dai regolamenti europei, ex pianisti, scultori, poeti trasformati in operai dalla necessità… (Leggi tutto)

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«Un’opera a più voci, che resuscita i cori della tragedia greca per denunciare le tenebre di oggi». Télérama
«Ecco perché siamo qui, perché siamo entrati. C’era la luce e volevamo parlare»

È questo il desiderio che accomuna i personaggi del romanzo: giovani senza più speranze o ideali, anziani che invecchiano nelle case di riposo sognando la fuga, madri che non vorrebbero più essere tali, agricoltori rovinati dai regolamenti europei, ex pianisti, scultori, poeti trasformati in operai dalla necessità.
I diseredati e disadattati di tutto il mondo, che improvvisamente prendono la parola per riappropriarsi di un discorso negato, svilito, privato di ogni significato dalle banalizzazioni e semplificazioni manichee del presente. Sono personaggi che parlano di sé stessi e per sé stessi, a un giudice, a Dio, al lettore, in questi monologhi in cui si entra in punta di piedi come in altrettante stanze di un museo. Un museo della contraddizione in cui nessuno è costretto a una scelta di campo; in cui si è liberi di lottare ma in tranquillità, di trovare un lavoro anche se non c’è, di costruire senza saper usare un martello, di disprezzare i soldi pur desiderando averne.
Un museo dove le guide sono illustri, dal Barone rampante di Italo Calvino alle poesie di Sylvia Plath, da Roland Barthes alle opere di Verdi, e tutte puntano il dito contro le incoerenze del presente, amandole sia pure incolpandole, dipingendo il ritratto di una generazione che rivendica il proprio diritto allo spaesamento.
Dopo Mahmoud o l’innalzamento delle acque, Antoine Wauters torna a sperimentare con la forma romanzo creando un’opera poetica e politica; voci di un coro che, in un oscillare continuo tra rabbia e speranza, tra furore e compassione, descrive questo nostro mondo senza infingimenti.

Allora, privati della nostalgia, ci rechiamo nel nostro museo personale, signor giudice, il museo della contraddizione. Un museo dove da un lato c’è il desiderio di farsi del male, dall’altro quello di farsi del bene. Perché li vogliamo entrambi, vogliamo vivere e vogliamo morire, credere e rinnegare, amarci e ucciderci fra di noi, scambiarci tenerezze e violenze.

«L’idea di letteratura di Wauters consiste nell’uscire da sé stesso, mettersi al posto degli altri e, in qualche modo, scomparire in loro». L’Echo

«Un autore di culto». Robinson – la Repubblica

Anno

2024

Numero Pagine

N.D

ISBN

9788854529946 EPUB

Codice prodotto

EDGT443267

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