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Nella storia del fascismo il ruolo del sindacato è rimasto in ombra, oscurato prima dalla strisciante competizione con il corporativismo e poi dall’espulsione dal recinto del sindacalismo democratico dopo la caduta del regime. Del sindacalismo fascista non è stato pertanto colto sino in fondo il ruolo storico.(Leggi tutto)
Nella storia del fascismo il ruolo del sindacato è rimasto in ombra, oscurato prima dalla strisciante competizione con il corporativismo e poi dall’espulsione dal recinto del sindacalismo democratico dopo la caduta del regime. Del sindacalismo fascista non è stato pertanto colto sino in fondo il ruolo storico. La vicenda di Giuseppe Landi – dirigente sindacale, deputato, docente universitario, e nel dopoguerra fra i fondatori del MSI e della CISNAL – costituisce quindi un osservatorio privilegiato per indagare le radici storiche dell’inclusione del lavoro nell’ordinamento istituzionale. L’azione sindacale di Landi si situa infatti negli snodi cruciali fra la dimensione organizzativa, politica e di governo, consentendo di ricostruire il radicamento della centralità “costituzionale” del lavoro nel fascismo. Seguirne la carriera, ricostruirne l’attività sindacale, decifrarne la cultura politica consente di mettere a fuoco il ruolo del sindacalismo fascista nel funzionamento delle istituzioni e nella complessa dinamica dello Stato corporativo.
Anno | 2020 |
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Numero Pagine | N.D |
ISBN | 9788868354008 EPUB |
Codice prodotto | EDGT265715 |
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