Tutto ciò che ho amato

Guanda

 11,99

«Uno scrittore che ha fatto suo in modo unico il tema dello sradicamento e del disorientamento» Philip Roth

«Un ritratto che fa riflettere sui punti di contatto che la storia ha con il mondo odierno. Una vicinanza che commuove e inquieta, se si considera l’orrore nei campi di sterminio che si consumerà di lì a poco.» – Sara Erriu

«Mio padre e mia madre non erano felici insieme. Non litigavano e non si accusavano a vicenda, ma in casa il silenzio era duro come il ghiaccio.» Paul Rosenfeld, figlio unico di genitori ebrei, il giorno del suo nono compleanno scopre che il padre non abiterà più con loro. Impara ad aspettare le sue visite sempre più rare, tanto che il suo volto gli si cancella quasi dalla memoria… (Leggi tutto)

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«Uno scrittore che ha fatto suo in modo unico il tema dello sradicamento e del disorientamento» Philip Roth

«Un ritratto che fa riflettere sui punti di contatto che la storia ha con il mondo odierno. Una vicinanza che commuove e inquieta, se si considera l’orrore nei campi di sterminio che si consumerà di lì a poco.» – Sara Erriu

«Mio padre e mia madre non erano felici insieme. Non litigavano e non si accusavano a vicenda, ma in casa il silenzio era duro come il ghiaccio.» Paul Rosenfeld, figlio unico di genitori ebrei, il giorno del suo nono compleanno scopre che il padre non abiterà più con loro. Impara ad aspettare le sue visite sempre più rare, tanto che il suo volto gli si cancella quasi dalla memoria. Instaura con la madre un rapporto totalizzante, che si incrina quando lei lo «tradisce» con un nuovo amore. Da quel momento Paul trascorre più tempo a ­Czernowitz con il padre pittore, che sfoga nel bere la frustrazione di essere artista ed ebreo in un mondo che fa sempre più fatica ad accettare entrambe le cose. Allo smarrimento emotivo e alla solitudine di Paul fa da controcanto la tensione drammatica di un’Europa che si affaccia sul baratro della Seconda guerra mondiale. La vicenda privata di una famiglia, con le sue ferite e i suoi vuoti incolmabili, diventa allora lo specchio in cui si riflettono la paura e lo sgomento di un intero popolo, la follia che di lì a poco innescherà la tragedia dell’Olocausto.

«Una storia affascinante anche se tragica, in cui la voce inconfondibile del maestro si riconosce sin dalla prima frase. »
California Literary Review

«L’urgenza morale che hanno ancora oggi i romanzi di Aharon Appelfeld è uno scandalo dei nostri tempi. Aver creato capolavori a partire da un silenzio così profondo è la prova della sua genialità.» Los Angeles Times

 

Scrittore israeliano, di famiglia ebraica, fu deportato in un campo di concentramento insieme al padre, dopo che i nazisti ne avevano ucciso la madre. Nato in Bucovina del Nord, allora in Romania e ora Ucraina, a soli otto anni riuscì a fuggire e trascorse i successivi tre anni vagando per i boschi.
Alla fine della guerra raggiunse l’Italia e da qui si imbarcò nel 1946, per approdare in Palestina.
In seguito ha insegnato letteratura ebraica all’università Ben Gurion.
Nei suoi numerosi romanzi affronta il tema della Shoah e dell’Europa prima e durante la seconda guerra mondiale.
Per le sue opere ha ricevuto numerosi premi tra cui il Premio Israele, il Premio Mèdicis in Francia e il Premio Napoli in Italia.
I suoi libri, tra i quali l’autobiografico e struggente Storia di una vita (Guanda, 2001), sono pubblicati in tutto il mondo.

 

Anno

2024

Numero Pagine

256

ISBN

9788823534513 EPUB

Codice prodotto

EDGT429134

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