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L’intento è chiaro. Il celeberrimo piatto piemontese, traducibile con l’italiano “taglierini” ed erroneamente assimilato ai tagliolini, è il pretesto che spinge l’autore a narrare la storia gastronomica di quel territorio un tempo povero e maledetto raccontato da Beppe Fenoglio nella Malora, la Langa.(Leggi tutto)
L’intento è chiaro. Il celeberrimo piatto piemontese, traducibile con l’italiano “taglierini” ed erroneamente assimilato ai tagliolini, è il pretesto che spinge l’autore a narrare la storia gastronomica di quel territorio un tempo povero e maledetto raccontato da Beppe Fenoglio nella Malora, la Langa.
Una ricetta femminile e famigliare, di cui le donne erano fiere custodi e che costituiva quasi un requisito per potersi sposare – saper tirare la sfoglia sottilissima per tagliare tajarin simili a capelli d’angelo – percorre la storia e i suoi eventi narrando di personaggi noti e meno noti (tra gli altri Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giacomo Morra), affini o meno al mondo della gastronomia, e lascia nel lettore un affresco sociale prima che culinario.
I tajarin raccontano il passaggio dalla cultura contadina a quella industriale, dalla malora dei campi ai successi dell’imprenditoria: da piatto semplice e legato al pranzo in famiglia – sono sempre abbondanti non come i ravioli che vengono spesso contati – diventano protagonisti del contesto borghese soprattutto grazie al fortunato incontro con il tartufo bianco d’Alba.
E infine si passa alla ricetta, secondo le osterie e secondo i cuochi stellati, sul territorio nessuno rinuncia alla sua versione dei tajarin.
Anno | 2022 |
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Numero Pagine | N.D |
ISBN | 9788884997890 EPUB |
Codice prodotto | EDGT382781 |
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