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I contratti derivati italiani, dopo che da quasi tre decenni costituiscono l’oggetto di una disamina giurisprudenziale e dottrinale a dir poco intensa in Italia, non hanno trovato ancora una loro “serendipidy” di tipo giuridico, soprattutto in una giurisprudenza che a volte ne mette in dubbio la validità. Non solo: nell’ultimo decennio, i contratti derivati stipulati dalla Pubblica Amministrazione italiana hanno aperto un nuovo fronte di contesa… (Leggi tutto)
I contratti derivati italiani, dopo che da quasi tre decenni costituiscono l’oggetto di una disamina giurisprudenziale e dottrinale a dir poco intensa in Italia, non hanno trovato ancora una loro “serendipidy” di tipo giuridico, soprattutto in una giurisprudenza che a volte ne mette in dubbio la validità. Non solo: nell’ultimo decennio, i contratti derivati stipulati dalla Pubblica Amministrazione italiana hanno aperto un nuovo fronte di contesa. In questo contesto di dicta che si muovono fra l’Italia, con le sue non uniformi e cangianti tesi, e la Gran Bretagna, alla cui giurisdizione e al cui diritto – inglese – questi contratti sono assoggettati di frequente, il lavoro effettua una disamina analitica della materia dei più contesi e tuttora i più oscuri dei contratti bancari e finanziari: gli “speculative contracts”. A tal fine vengono prospettati, anche alla luce del diritto inglese, che non conosce il concetto di causa, nuovi percorsi interpretativi, e inesplorate soluzioni dottrinali.
Anno | 2024 |
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Numero Pagine | N.D |
ISBN | 9791221155402 PDF |
Codice prodotto | EDGT434202 |
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