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Pensare un’antropologia del welfare. Etnografie dello stato sociale in Italia indaga da una prospettiva antropologica il welfare in Italia, con due obiettivi.
Da una parte proporre una ricognizione qualitativa delle declinazioni dello stato sociale contemporaneo, mostrandone ambiguità e contraddizioni.
Dall’altra mettere in luce il contributo che l’etnografia può fornire all’analisi delle pratiche, delle politiche e delle rappresentazioni del welfare… (Leggi tutto)
Pensare un’antropologia del welfare. Etnografie dello stato sociale in Italia
Il volume indaga da una prospettiva antropologica il welfare in Italia, con due obiettivi.
Proporre una ricognizione qualitativa delle declinazioni dello stato sociale contemporaneo, mostrandone ambiguità e contraddizioni.
Mettere in luce il contributo che l’etnografia può fornire all’analisi delle pratiche, delle politiche e delle rappresentazioni del welfare.
Entrambi gli obiettivi analizzati in Pensare un’antropologia del welfare si fondano sul presupposto che il welfare sia un contesto di ricerca privilegiato per l’antropologia.
Diversi anni fa in occasione di un seminario organizzato da economisti e scienziati politici ho avuto modo di assistere a uno stimolante dibattito sulle politiche sociali. Durante la pausa uno dei relatori, a cui avevo rivolto una domanda in plenaria, si era avvicinato per riprendere la discussione: “Mi dispiace non poterti essere d’aiuto, in effetti voi sociologi avete più dati su questo genere di analisi”. Fu quella l’occasione di precisare che, diversamente da quanto aveva dato per scontato anche in plenaria, non avevo in realtà una formazione sociologica. La sua reazione fu immediata: “Un’antropologia che studia il welfare? Interessante… ma devo ammettere, con molta franchezza, che non mi è così chiaro come l’antropologo possa studiare questo ambito”.
Se da un lato siamo abituati a suscitare una certa curiosità “esotica” nei nostri interlocutori, ritengo che la questione posta dal collega meriti di essere presa sul serio: in che senso, avrebbe detto Piasere, il welfare può essere “buono da pensare antropologicamente”? A dire il vero, la domanda non mi pare banale nemmeno per chi l’antropologia la frequenta da tempo. Nel corso di alcuni scambi informali con colleghi e colleghe della mia area disciplinare ho avvertito negli anni la sensazione di navigare in un territorio empirico sfocato, mai completamente straniero all’antropologia, eppure mai completamente noto.
È proprio muovendo dalle incertezze percepite fuori e dentro l’antropologia che vorrei invitare lettori e lettrici a cogliere quella che ritengo la più interessante sfida di questo volume: identificare il contributo distintivo dell’antropologia alla comprensione delle politiche e pratiche del welfare per posizionare, a sua volta, il welfare come un ambito promettente della ricerca antropologica contemporanea.
Anno | 2022 |
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Numero Pagine | N.D |
ISBN | 9788855196147 EPUB |
Codice prodotto | EDGT365324 |
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