Lex Cornelia de sicariis et venefici(i)s

Lex Cornelia de sicariis et venefici(i)s
Per una storia dell’impatto della violenza sull’opinione pubblica.
Contesto storico, personaggi, norma e parole chiave.

La ricerca, iniziata con questo volume, si regge su tre ipotesi di studio, intrecciate tra di loro, in reciproca parità.
La prima tende ad inquadrare l’emersione della violenza; la seconda affonda le sue radici nella tradizione del corpus delle leggi Corneliae, emanate da Silla; la terza ipotesi attiene ad una specifica legislazione, di urgenza/di emergenza e/o di risoluzione, circa i problemi di assorbimento e di impatto dell’uso della vis da parte dell’opinione pubblica.

Prima dell’introduzione di Lex Cornelia de sicariis et venefici(i)s

Poche parole in corsivo
Il presente lavoro è dedicato ad Antonio Palma, non alla Sua memoria, piuttosto alla Sua vita, che se fosse stata un film sarebbe stato intitolato “Una vita per due, per tre, per quattro …”; se fosse stata un libro suonerebbe “Come niente fosse”; se, invece, fosse stata oggi (data della sua uscita di scena, 30 gennaio 2023) si chiamerebbe “Le parole per dirlo”.
Il dolore cupo, i pianti e, dopo, il silenzio, il vuoto, ma anche la rabbia o, al contrario, l’abbandono al mieloso oblio… e, poi, il tenue filo con chi resta, con la parola che aiuta a rialzarsi ed a ritrovare il senso, la forza di riprovare …
È storia di antica amicizia, fondata su una sola categoria: l’arte della bellezza.
“Maestro” per noi, “Maestro” di noi, mai invadente; sempre pronto ad ascoltare, a consigliare, a partecipare; mai distante;
sempre in trincea con noi; amabile con gli studenti, lucidamente severo nella lettura dei nostri lavori; genio rivoluzionario ed icona del concetto di innovazione, pregno di una preziosa capacità di allargare i confini dello Stato dell’Arte; quasi un regista in grado di muovere la cinepresa che altri avevano fissa su una sola inquadratura, escogitando infinite soluzioni dinamiche, mettendosi – costantemente – in gioco a costo di rischiare “la vita” in scene pericolose senza controfigura, metafora dell’uomo alle prese con una postmodernità complicata, ma che, però, è stato capace di non subire passivamente, trovando soluzioni ingegnose.