“Non ci resta persona utriusque sexus che possa resistere alla lena della Signora contessa di Sala et del Duca in banchettare tre volte il dì, et vegliare sempre sino à x hore, cianciando, giuocando, bevendo e ballando continuamente”
Bernardo Canigiani a Francesco I de’ Medici
Barbara Sanseverino Sanvitale, contessa di Sala, signora di
Colorno (1550-1612), fu per bellezza e spirito fra le donne più
ammirate del suo tempo. “Donna, per cui Amor trionfa e regna”,
come la celebrò Torquato Tasso, fu cantata dai poeti e ricercata dalle
corti dove era “il condimento di ogni passatempo” grazie alla sua
inclinazione al divertimento.(leggi tutto)
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“Non ci resta persona utriusque sexus che possa resistere alla lena della Signora contessa di Sala et del Duca in banchettare tre volte il dì, et vegliare sempre sino à x hore, cianciando, giuocando, bevendo e ballando continuamente”
Bernardo Canigiani a Francesco I de’ Medici
Barbara Sanseverino Sanvitale, contessa di Sala, signora di
Colorno (1550-1612), fu per bellezza e spirito fra le donne più
ammirate del suo tempo. “Donna, per cui Amor trionfa e regna”,
come la celebrò Torquato Tasso, fu cantata dai poeti e ricercata dalle
corti dove era “il condimento di ogni passatempo” grazie alla sua
inclinazione al divertimento. Fu organizzatrice instancabile di feste che sconfinavano spesso in incontri licenziosi, da lei stessa favoriti. In pari tempo fu lungamente impegnata in complesse controversie soprattutto circa l’amato feudo di Colorno, per il quale si scontrò con l’ambizione di incamerarlo del duca di Parma Ranuccio Farnese. Nel 1612 finì per rimanere implicata in una congiura di altri nobili parmensi avversi alle mire del duca, e come loro arrestata, processata e infine giustiziata.
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