Dante, Michelangelo, Galilei, Garibaldi e gli altri Italiani illustri li abbiamo conosciuti a scuola per poi ritrovarli eternati nei monumenti e nei nomi delle strade, in qualità di simboli della storia nazionale italiana. Questo nesso tra i Grandi Uomini e la nazione fu stretto nel corso del Risorgimento; dopo il 1860 e fino alla seconda guerra mondiale il pantheon dei Grandi costituì una parte rilevante del discorso pubblico finalizzato a “fare gli Italiani”.(leggi tutto)
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Dante, Michelangelo, Galilei, Garibaldi e gli altri Italiani illustri li abbiamo conosciuti a scuola per poi ritrovarli eternati nei monumenti e nei nomi delle strade, in qualità di simboli della storia nazionale italiana. Questo nesso tra i Grandi Uomini e la nazione fu stretto nel corso del Risorgimento; dopo il 1860 e fino alla seconda guerra mondiale il pantheon dei Grandi costituì una parte rilevante del discorso pubblico finalizzato a “fare gli Italiani”. Tuttavia, la forza del repertorio dei Grandi derivò dal fatto che l’utilizzazione in chiave pubblico-politica delle figure esemplari della storia d’Italia contava su una ricca tradizione culturale precedente. Il libro ricostruisce con efficacia tale tradizione, inaugurata dall’Umanesimo e proseguita nei secoli attraverso il costante dialogo con i materiali del passato. Seguendo il filo di profonde appartenenze civiche, di confronti e di scontri con il patrimonio cattolico, tenendo come sottofondo il bisogno prometeico di una religione civile, da cui alfine scaturì l’universo simbolico del laicismo italiano, il discorso sui Grandi diventa la via per osservare la lunga durata dei processi di costruzione dell’identità italiana.
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